La mia formazione ha camminato sempre su due binari paralleli tra loro, visione occidentale (fisioterapia) e visione orientale (shiatsu e dintorni). In entrambi gli orientamenti ho avuto la possibilità di riconoscerne la ricchezza teorica – esperienziale e gli effetti nella pratica. Non volendone scegliere una a discapito dell’altra, inserendo magari alcune tecniche, e visto che unire due approcci con tutta il  loro bagaglio teorico/pratica non è possibile, ho dovuto cercare una via diversa che mi permettesse di mantenere unite l’unicità dell’una e dell’altra.

Molto spesso si sente parlare d’integrazione, della necessità di ordinare in un contesto chiaro le diverse conoscenze che abbiamo; si parla di sistemi integrati, di sentirsi integrati nella società ma spesso ci si sente, come è successo a me, sballottati da una parte all’altra senza un orientamento chiaro, con un dispendio di energie per sostenere tale situazione.

Etimologicamente il termine integrazione significa rendere completo. Questo significa che realtà diverse tra loro si combinano, senza perdere ciò che sono, per una realtà più grande che le racchiude mantenendo la loro unicità. Solo nella consapevolezza di chi si è senza perdere o rinnegare la propria identità, è possibile essere in sintonia con altri verso uno scopo comune e più grande.

Questa è stata la mia scelta e su questa via sto continuando a camminare, mantenendo una visione ampia ricca dell’unicità delle sue parti.

La prima cosa che ho dovuto fare è stata………

La via dell’integrazione

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